Il Labirinto di Porsenna

 

Un mistero sotterraneo etrusco

Sotto l’antica città etrusca di Chiusi si trova un intricato sistema di cunicoli sotterranei noto come il Labirinto di Porsenna. Questo labirinto si estende sotto piazza del Duomo, sotto la cattedrale e gli edifici vicini. È accessibile dal Museo della Cattedrale e, con lo stesso biglietto, i visitatori possono esplorare questi passaggi misteriosi che furono, forse, utilizzati dagli Etruschi per vari scopi, tra cui l’approvvigionamento idrico o come sistema di difesa. Il labirinto è legato alla figura leggendaria del re Porsenna, uno dei sovrani più famosi dell'antica Etruria.

Gli acquedotti: dall'ingegno etrusco al trionfo romano

Gli Etruschi e i Romani erano entrambi maestri nella gestione delle risorse idriche, ma furono i Romani a trasformare gli acquedotti in opere monumentali. Gli acquedotti romani sono famosi per i loro percorsi sotterranei, ma soprattutto per le eleganti strutture ad archi che attraversano valli e superano ostacoli, permettendo all'acqua di arrivare anche alle città più lontane. Grazie ai lunghi percorsi e alle condotte, gli acquedotti romani rifornivano le terme, le fontane e le case. Le strutture romane non solo rispondevano a esigenze pratiche, ma erano anche simboli di potenza e abilità ingegneristica.

Gli acquedotti in Toscana: gli archi di Caldaccoli

In Toscana, restano alcune testimonianze di questi acquedotti romani, come gli otto grandi archi di Caldaccoli, presso San Giuliano. Il nome della zona deriva dalle parole latine calidae aquae, cioè “acque calde”, perché da quelle terre sgorgavano sorgenti calde. Questi archi, costruiti nell’ultimo quarto del I secolo d.C., fanno parte di un antico acquedotto romano che portava acqua alle terme di Pisa, un esempio del sistema straordinario ideato per fornire risorse idriche alle città romane.

Morale della storia

Il labirinto di Porsenna e gli acquedotti romani ci ricordano quanto fosse importante l’acqua per gli antichi popoli, sia per la sopravvivenza sia per il benessere delle città. Oltre a mostrare ingegno e abilità, queste opere ci insegnano che grandi risultati si raggiungono solo con dedizione e impegno, proprio come facevano gli antichi ingegneri.

Bibliografia

  1. G. Bartoloni, Introduzione alla civiltà etrusca, Giunti, Firenze, 2000.
  2. Vitruvio, De Architectura, Giunti, Firenze, 1997.
  3. Sesto Giulio Frontino, De aquae ductu urbis Romae, Laterza, Roma, 2005.

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